Una buona frittura

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Per friggere come si deve ci vuole un po’ di tecnica, niente di astruso, non vi preoccupate, basta solo seguire poche regole. Siccome la maggior parte di noi non ha in casa una friggitrice, parleremo della fittura in padella. Intanto: cosa significa friggere? Significa immergere degli alimenti in un grasso portato a temperatura elevata. Temperatura che dobbiamo tenere sotto controllo perchè se troppo alta, in alcuni casi addirittura doppia rispetto a quella dell’acqua dove lessiamo la pasta, provoca una tostatura così energica della superficie del cibo da scurirla prima ancora che la parte interna sia cotta. Per contro, mentre friggiamo, l’umidità interna degli alimenti deve fuoriuscire sotto forma di vapore — le famose bolle — se questo non accade vuol dire che la temperatura dell’olio è troppo bassa, il risutlato sarà un fritto non croccante e molto unto.

Ma vediamo in dettaglio le 9 regole della frittura perfetta.

(1) Usiamo oli di oliva, non per forza extravergine. Garantiscono una maggiore resistenza alle alte temperature senza alterarsi.

(2) La padella più adatta alla frittura è di ferro, perché consente un riscaldamento dell’olio più graduale, l’alternativa è l’acciao. La forma ideale è larga, bassa e con i bordi dritti.

(3) Manteniamo il più possibile costante la fiamma evitando che debordi ai lati della padella.

(4) Sommergiamo il cibo con l’olio, che di conseguenza dev’essere sempre abbondante. Gli alimenti completamente avvolti dal grasso prendono colore in modo uniforme.

(5) Al contrario, per evitare che si attacchi o abbassi troppo la temperatura del fritto, la quantità di cibo non dev’essere eccessiva.

(6) Mettiamo a friggere il cibo nell’olio solo quando questo ha raggiunto i 180 gradi. Se lo facciamo prima, cioè quando la temperatura troppo bassa, avremo un fritto poco croccante.

(7) E’ importante che il cibo messo a friggere nell’olio sia a temperatura ambiente e ben asciutto. Eviteremo così l’abbassamento del punto di frittura e quindi la rottura delle fibre nel cibo.

(8) Se vogliamo ottenere la rapida formazione della crosta in superficie, così che l’olio non penetri con facilità, riduciamo al massimo la quantità di cibo. In altre parole, aggiungiamone poco per volta.

(9) Per una duratura della superfice che coincida con la completa cottura interna, usiamo cibi di piccole dimensioni.

Pensare di vivere senza annullare altre vite

La Bhagavad-gita recita “I corpi di tutti gli esseri viventi si nutrono di alimenti che crescono con le piogge.”

Questo pensiero oggi non è più un urlo nel deserto ma è un chiaro messaggio che sta diventando ogni giorno più importante per coloro che amano gli animali e la recente crescita dell’attenzione verso i diritti degli animali coinvolge fortunatamente le nuove generazioni  in modo particolare. L’ahimsa, cioè la non violenza verso tutti gli esseri viventi è una tradizione spirituale dell’India che si sta allargando al mondo occidentale. Molte persone celebri, con nomi risonanti hanno partecipato a campagne contro la violenza sugli animali uccisi per la carne, le pelli o ancora peggio per la sperimentazione in vivisezione.

L’amore che nutriamo per le creature di Dio e la preoccupazione che proviamo sono  fondati sul pilastro della vita. Questa è la visione eccezionale delineata nella Bhagavad-gita. Le mode che si basano su motivazioni flebili possono cambiare, ma un impegno sincero a vivere l’ahimsa fondato sulla reale conoscenza rimane stabile in ogni circostanza. Sri Krisha dice nella Bhagavad-gita: “L’umile saggio illuminato dalla vera conoscenza vede con occhio equanime il brahmana nobile ed erudito, la mucca, l’elefante, il cane, e il mangiatore di cani (fuori casta).”

Per poter rispettare ogni forma di vita dobbiamo partire dal presupposto dell’eguaglianza, siamo tutti esseri viventi, anche gli animali hanno un’anima.

Il sapere e la Conoscenza ci istruiscono sul fatto che la violenza sugli animali  è un problema di deontologia ma le sacre scritture dell’antica India, i Veda, ci dicono che chi uccide gli animali direttamente o indirettamente, riceverà una reazione precisa, qualcosa che va al di là degli scrupoli morali e dei rimorsi di coscienza. La reazione a noi destinata può non arrivare immediatamente, ma prima o poi ci sarà, nella forma di malattia, di incidente o di violenza. Quello che viene lanciato, torna indietro come un boomerang, in questo caso, nella forma di pena e di sofferenza. Il vegetarianesimo è una scelta di pace e di rispetto.